domenica 31 luglio 2011

Le avventure del barone di Munchhausen - Josef Von Baky (1943)

"Nel 1700, nella corte di Russia, il barone di Munchhausen (personaggio realmente esistito nel Settecento) - raccontato da R. E. Raspe - incontra Cagliostro che gli assicura l'eterna giovinezza e gli dona un anello che rende invisibili. Dopo aver sedotto la zarina, il barone affronta mirabolanti avventure nella guerra contro i Turchi. In seguito, riesce a sfuggire alla polizia veneziana a bordo di una mongolfiera e si rifugia sulla luna. Tornato sulla Terra si converte a una vita normale, si sposa e rinuncia all'eterna giovinezza. Giunti ormai nel XX secolo, nel 1943 per l'esattezza, racconta la sua incredibile vita ai suoi amici".

Titolo originale: Munchhausen
Soggetto: dal romanzo omonimo di Rudolph Erich Raspe
Sceneggiatura: Erich Kastner
Interpreti: Hans Albers, Ferdinand Marian, Brigitte Horney, Waldemar Leitgeb, Ilse Werner, Wilhelm Bendow, Michael Bohnen, Hans Brausewetter, Hermann Speelmans, Marina von Ditmar, Andrews Engelmann, Kathe Haack, Hubert von Meyerinck, Jaspar von Oertzen, Werner Scharf, Armin Schweizer, Leo Slezak
Produzione: UFA, Germania 1943

A proposito del film: "Le avventure del barone Munchhausen, quarto film tedesco a colori (Agfacolor), fu commissionato direttamente dal ministro della propaganda nazista Josef Goebbels, come film commemorativo per i 25 anni della storica casa produttrice tedesca UFA. Data la rilevanza, anche indirettamente politica, del film, fu eccezionalmente abrogato il limite ufficiale di spesa previsto dall'UFA di un milione di marchi. La sceneggiatura venne affidata a Erich Kastner, scrittore per ragazzi, antinazista e perseguitato dalla Gestapo che rifiutò spontaneamente di lasciare la Germania. A Kastner, venne ritirato il divieto di scrivere purché si firmasse con lo pseudonimo Berthold Burger, che non comparirà nemmeno tra i titoli di testa. L'intero impianto scenografico e di effetti speciali non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni hollywoodiane coeve, ennesima dimostrazione della grande autonomia e raffinatezza estetica del cinema tedesco".