mercoledì 30 novembre 2011

Black cat - Lucio Fulci (1981)

"Un paesino della campagna inglese è sconvolto sempre più frequentemente da una serie di inquietanti episodi. Una fotografa americana individua negli esperimenti di un professore, studioso di parapsicologia, la possibile causa di tutti quei crimini. In un inarrestabile crescendo di mistero, angoscia, paura, la vicenda corre verso un'agghiacciante verità..."

Titolo originale: Black cat
Soggetto: Biagio Proietti, dal racconto Il gatto nero di Edgar Allan Poe
Sceneggiatura: Biagio Proietti, Lucio Fulci
Fotografia: Sergio Salvati
Montaggio: Vincenzo Tomassi
Effetti speciali: Paolo Ricci
Trucco: Franco Di Girolamo, Rosario Prestopino (assistente)
Scenografia: Francesco Calabrese
Costumi: Massimo Lentini
Musica: Pino Donaggio
Interpreti: Patrick Magee, Mimsy Farmer, David Warbeck, Al Cliver, Dagmar Lassander, Bruno Corazzari, Geoffrey Copleston, Daniela Doria, Lucio Fulci,
Produzione: Selenia Cinematografica - Ita 1981

A proposito del film: "Ispirato molto alla lontana al racconto di Edgar Allan Poe (la cui brevità ha sempre reso necessario costruirvi attorno trame ex novo in tutte le riduzioni cinematografiche), è un Fulci minore, con qualche buon momento e qualche buona intuizione, ma tra i meno interessanti dei suoi film del periodo. La regia è misurata e attenta a cogliere le suggestioni dell’ambiente e le inquietudini oltretombali. Il cast è buono: Patrick Magee e Mimsy Farmer sono una buona coppia di protagonisti, con David Warbeck a dare adeguato supporto con la solita efficienza. Anche Dagmar Lassander emerge in un ruolo minore, svolto con la giusta intensità, mentre Al Cliver è un po’ sacrificato in una parte senza consistenza".

domenica 30 ottobre 2011

Sette note in nero - Lucio Fulci (1977)

"Grazie alle sue capacità psicologiche Virginia vede un delitto commesso da suo marito che infatti poco dopo viene arrestato. La donna riesce a scagionarlo ma si accorge purtroppo a sue spese del reale valore della visione".

Titolo originale: Sette note in nero
Soggetto e sceneggiatura: Lucio Fulci, Roberto Gianviti, Dardano Sacchetti
Fotografia: Sergio Salvati
Montaggio: Ornella Micheli
Trucco: Maurizio Giustini
Scenografia: Luciano Spadoni
Costumi: Massimo Lentini
Musica: Franco Bixio, Fabio Frizzi, Vince Tempera
Interpreti: Jennifer O'Neill, Gianni Garko, Gabriele Ferzetti, Marc Porel, Evelyn Stewart, Jenny Tamburi, Fabrizio Jovine, Riccardo Parisio Perrotti, Vito Passeri, Loredana Savelli, Franco Angrisano, Salvatore Puntillo, Bruno Corazzari, Veronica Michielini, Paolo Pacino, Fausta Avelli, Elizabeth Turner, Luigi Diberti, Ugo d'Alessio
Produzione: Rizzoli Film, Cinecompany - Ita 1977

A proposito del film: "Film avvincente e con tutte le caratteristiche che rendono valido un buon dramma giallo: atmosfera, tensione e un finale del tutto imprevedibile. In questo giallo dalla struttura classica il regista dosa gli effetti splatter tipici dei suoi precedenti thriller, evidenziandone invece gli aspetti onirici e parapsicologici. Quentin Tarantino ha omaggiato il film nel suo Kill Bill Vol. 1, riproponendo la musica presente nella scena del carillon. Un regista indiano, Partho Ghosh, ha girato un remake del film, intitolato 100 Days".



mercoledì 28 settembre 2011

I due della legione - Lucio Fulci (1962)

"Franco Cocuzza e Ciccio Fisichella, siciliani d.o.c., cercano di sbarcare il lunario a Napoli con la vecchia truffa del gioco delle tre carte. Un bel giorno il boss locale della camorra ci rimette le penne e i due spiantati vengono ingiustamente accusati dell'omicidio: non gli resta che saltare sul primo treno e, su consiglio di un tedesco, arruolarsi nella legione straniera, appena in tempo per ricevere una missione delicatissima da parte del sultano Mustafa Abdul Bey (Alighiero Noschese): bloccare un traffico d'armi!"

Titolo originale: I due della legione straniera
Soggetto e sceneggiatura: Antonio Leonviola, Roberto Bianchi Montero, Dino De Palma, Arnaldo Morrosu, Giancarlo Del Re, Lucio Fulci, Bruno Corbucci, Giovanni Grimaldi
Fotografia: Alfio Contini
Montaggio: Mario Serandrei
Musica: Luis Bacalov
Interpreti: Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Alighiero Noschese, Carlo Lombardi, Maria Teresa Vianello, Nino Terzo, Aldo Bufi Landi, Jo Garso, Gianni Rizzo, Rosario Borelli, Giovanni Grimaldi, Giovanni, Crosio, Aldo Pini, Cesare Polacco
Produzione: Danilo Marciani per Sicilia Cinematografica - Ultra Film e Titanus - Ita 1962

A proposito del film: "Il primo classico di Franco e Ciccio diretto dal grande Lucio Fulci, un'esilarante scoribanda dai vicoli partenopei al deserto che più deserto non si può. Come riferito dal critico Paolo Albiero, che si rifà a testimonianze dirette di alcuni membri della troupe, «il rapporto fra Fulci e il duo fu ottimo fin da principio: sul set un clima di collaborazione e divertimento, tanto che alcuni membri della troupe ancora oggi ricordano come si iniziasse a ridere la mattina presto e si finisse solo a notte fonda. Franchi e Ingrassia, con l’entusiasmo dei neofiti, improvvisavano spesso siparietti fuori programma, e il grande Alighiero Noschese, qui al suo esordio cinematografico, si divertiva ad imitare le voci della troupe, creando spesso equivoci e risate». Fulci, grazie al proprio genio artistico, consente al duo comico di affinare i propri strumenti comici e inserisce numerose idee originali all’interno della storia del film - l’inadeguatezza dei personaggi nei confronti delle situazioni che si presentano loro, l’estraneità ad ogni vicenda, la casualità dei loro successi, la beffa sempre dietro l’angolo - che diverranno uno stereotipo nella produzione cinematografica successiva di Franchi e Ingrassia. Franco e Ciccio diventano così gli anti-eroi per antonomasia che, «troppo impegnati nella Lotta per la Sopravvivenza, […] sfiorano e mai afferrano l’essenza delle loro storie e della Storia, dell’esistenza»".

Le iene - Quentin Tarantino (1992)

"Usano al posto dei nomi i colori, sono sei, non si conoscono e hanno tentato un colpo, finito male, a una gioielleria di Los Angeles. Due sono morti, Mr. Blue e Mr. Brown, uno è ferito gravemente, Mr. Orange, gli altri si ritrovano in un deposito per scoprire chi di loro sia una spia... e molto, molto altro..."

Titolo originale: Reservoir Dogs
Soggetto e sceneggiatura: Quentin Tarantino
Fotografia: Andrzej Sekula
Montaggio: Sally Menke
Effetti speciali: Larry Fioritto
Scenografia: David Wasco
Costumi: Betsy Heimann
Musiche: AA.VV.
Interpreti: Harvey Keitel, Lawrence Tierney, Chris Penn, Tim Roth, Steve Buscemi, Michael Madsen, Quentin Tarantino, Edward Bunker, Kirk Baltz.
Produzione: USA, 1992

A proposito del film: "Leggendario esordio di Quentin Tarantino, iperviolento, colto e allucinato, il film schiera un gruppo di eccellenti attori. Oltre i vari Keitel, Roth, Buscemi e Madsen, c'è anche Edward Bunker, lo scrittore maledetto che ha cambiato la faccia del noir made in Usa. Tarantino introduce molti dei temi e dei caratteri che sono diventati i suoi 'marchi di fabbrica': la violenza, l'avantpop, i dialoghi memorabili e barocchi, il forte humor nero e la cronologia frammentata. Dopo alcune difficoltà nella scelta del cast e alcune indecisioni - ad esempio, a chi assegnare il ruolo di Mr. Orange fra Tim Roth, James Woods e Samuel L. Jackson - il film venne presentato prima al Sundance Film Festival e poi in Giappone al Yubari International Fantastic Film Festival. In Italia il film venne vietato ai minori di 18 anni a causa della violenza delle sue scene. Al contrario di 'Pulp Fiction', infatti, in questo film la violenza non vuole essere esagerata o comica ma è utilizzata in modo decisamente più realistico e cinico, anche se in alcune scene, come quella ormai famosa della tortura, è più suggerita che mostrata. Il film è il primo episodio della 'Trilogia Pulp' di Quentin Tarantino, insieme a 'Una vita al massimo' e 'Pulp Fiction'".

mercoledì 31 agosto 2011

Il demone sotto la pelle - David Cronenberg (1975)

"Un celebre medico si accorge che la sua scoperta ha conseguenze aberranti, perciò uccide la ragazza che gli era servita da cavia e poi si uccide. La ragazza però nel frattempo aveva avuto altri rapporti e il parassita aveva cominciato a diffondersi tra gli inquilini di un grande centro residenziale denominato l'Arca di Noe. Il medico del centro con la sua infermiera, nonché amante, cercano di arginare o quantomeno di circoscrivere all'avanzata dell'infernale vermiciattolo, con il solo esito di venirne contaminati. Gli abitanti dell'Arca, ignari, si apprestano a contagiare prima l'intera città e poi..."

Titolo originale: Shivers / The parasite murders
Soggetto e sceneggiatura: David Cronenberg
Fotografia: Robert Saad
Montaggio: Patrick Dodd
Scenografia: Erla Glieserman
Musica: Ivan Reitman
Interpreti: Barbara Steele, Paul Hampton, Joe Silver, Lynn Lowry, Allan Migicovsky, Camil Ducharme, Susan Petrie
Produzione: Cinepelx, Canada 1975

A proposito del film: "Cronenberg prosegue la sua marcia inarrestabile verso la distruzione del corpo umano come ideale tabernacolo della compiutezza del creato. Il condominio in cui è ambientata la storia sembra alludere ad un gigantesco organismo, percorso da lunghi corridoi dai tappeti rossi che suggeriscono l'idea di vene ed arterie distribuiti tra i vari piani-organi dell'edificio rendendo così gli stessi inquilini infetti quasi delle cellule malate del complesso. Prima che l'orribile marea di contagiati-zombi salga e diventi un incontenibile cancro destinato a infettare anche l'esterno, dobbiamo però fare i conti con lo spaesamento che si prova di fronte alla malattia, quella che trasforma il fisico, che fa diventare il corpo 'altro' da quello che conosciamo. Che lo rende indipendente dal nostro controllo, quasi facesse ormai parte di un universo differente nel quale l'unica parentela possibile è con lo stesso male. Qualcuno ha voluto leggere nel film una sorta di presagio di quello che avrebbe provocato successivamente l'AIDS, e col senno di poi diviene perfettamente plausibile".

domenica 31 luglio 2011

Le avventure del barone di Munchhausen - Josef Von Baky (1943)

"Nel 1700, nella corte di Russia, il barone di Munchhausen (personaggio realmente esistito nel Settecento) - raccontato da R. E. Raspe - incontra Cagliostro che gli assicura l'eterna giovinezza e gli dona un anello che rende invisibili. Dopo aver sedotto la zarina, il barone affronta mirabolanti avventure nella guerra contro i Turchi. In seguito, riesce a sfuggire alla polizia veneziana a bordo di una mongolfiera e si rifugia sulla luna. Tornato sulla Terra si converte a una vita normale, si sposa e rinuncia all'eterna giovinezza. Giunti ormai nel XX secolo, nel 1943 per l'esattezza, racconta la sua incredibile vita ai suoi amici".

Titolo originale: Munchhausen
Soggetto: dal romanzo omonimo di Rudolph Erich Raspe
Sceneggiatura: Erich Kastner
Interpreti: Hans Albers, Ferdinand Marian, Brigitte Horney, Waldemar Leitgeb, Ilse Werner, Wilhelm Bendow, Michael Bohnen, Hans Brausewetter, Hermann Speelmans, Marina von Ditmar, Andrews Engelmann, Kathe Haack, Hubert von Meyerinck, Jaspar von Oertzen, Werner Scharf, Armin Schweizer, Leo Slezak
Produzione: UFA, Germania 1943

A proposito del film: "Le avventure del barone Munchhausen, quarto film tedesco a colori (Agfacolor), fu commissionato direttamente dal ministro della propaganda nazista Josef Goebbels, come film commemorativo per i 25 anni della storica casa produttrice tedesca UFA. Data la rilevanza, anche indirettamente politica, del film, fu eccezionalmente abrogato il limite ufficiale di spesa previsto dall'UFA di un milione di marchi. La sceneggiatura venne affidata a Erich Kastner, scrittore per ragazzi, antinazista e perseguitato dalla Gestapo che rifiutò spontaneamente di lasciare la Germania. A Kastner, venne ritirato il divieto di scrivere purché si firmasse con lo pseudonimo Berthold Burger, che non comparirà nemmeno tra i titoli di testa. L'intero impianto scenografico e di effetti speciali non ha nulla da invidiare alle grandi produzioni hollywoodiane coeve, ennesima dimostrazione della grande autonomia e raffinatezza estetica del cinema tedesco".

giovedì 30 giugno 2011

Freaks - Tod Browning (1932)

"La bella trapezista Cleopatra (Olga Baclanova) finge di amare il nano Hans (Harry Earles) e la sposa per derubarlo e avvelenarlo con la complicità dell'atleta Hercules (Henry Victor), il piano viene però scoperto dagli altri 'mostri' del circo (i freaks che danno il titolo al film) che compiono la loro vendetta mutilando orrendamente i due amanti".

Titolo originale: Freaks
Soggetto: dal racconto "Spurs" di Clarence Aaron 'Tod' Robbins
Sceneggiatura: Willis Goldbeck, Leon Gordon
Fotografia: Merritt B. Gerstad
Montaggio: Basil Wrangell
Scenografia: Cedric Gibbons, Merill Pye
Musica: Matty Malneck
Interpreti: Wallece Ford, Leila Hyams, Olga Baclanova, Roscoe Ates, Henry Victor, Harry Earles, Daisy e Violent Hilton, Prince Randian, Josephine Joseph, Johnny Eck, Murray Kinnell
Produzione: MGM, USA 1932

A proposito del film: "Film maledetto e leggendario, prima prodotto e poi rinnegato dalla MGM, 'Freaks' costituisce un inno perturbante alla mostruosità innocente contro la normalità colpevole. Browning temperò la sceneggiatura straziante con una regia quasi chirurgica nel tentativo - riuscito - di esaltare l'umanità dei freaks senza alcuna morbosità: i protagonisti sono i 'diversi', gli scherzi della natura, che uniti tra loro e regolati da una sorta di legge d'onore, si scontrano con la crudeltà e la perversa attrazione dei 'normali'".

lunedì 30 maggio 2011

Aurora - Friedrich Wilhelm Murnau (1927)

"Sedotto da un'affascinante donna venuta dalla città, il giovane contadino Ansass tenta di uccidere la moglie Indre, simulando un incidente, per poter fuggire con l'altra. Tuttavia, durante una gita in barca, l'uomo, pur avendone l'occasione, non trova il coraggio di eliminare la moglie, finendo anzi con il rinsaldare il suo legame matrimoniale. A sera però, mentre ritornano in barca verso la loro fattoria, un temporale fa cadere Indre in acqua. Dopo aver chiesto aiuto, le ricerche portano solo al recupero dei resti dell'imbarcazione: è allora che Ansass decide di ritrovare e uccidere la donna di città, che lo aveva istigato all'omicidio, ma proprio mentre sta per strangolarla..."

Titolo originale: Sunrise
Soggetto: dal racconto 'Die Reise nacht Tilsit' di Hermann Sudermann
Sceneggiatura: Carl Mayer, F. W. Murnau
Fotografia: Karl Struss, Charles Rosher
Montaggio: Katherine Hilliker
Scenografia: Edgar Ulmer, Rochus Gliese, Alfred Metscher
Musica: Hugo Riesenfeld
Interpreti: George O'Brien, Janet Gaynor, Margaret Livingston, Bodil Rosing, Ralph Sipperly, J. Farrel MacDonald, Jane Winton
Produzione: Fox, USA 1927

A proposito del film: "Tratto da un racconto di Hermann Sudermann, mutato nel finale, il primo dei 4 film americani del regista tedesco Murnau, che riscosse all'epoca un modesto riscontro di pubblico, costiutisce uno dei vertici del suo cinema: 'Aurora' è un'opera che sembra a tratti più tedesca che americana (a riprova della grande autonomia che, insieme a mezzi ingenti, la produzione concesse all'autore), potendo contare su un geniale impiego della luce (con la vittoria dell'Oscar per la migliore fotografia), del ritmo, dell'atmosfera quasi espressionistica, della profondità di campo, della mobilità della cinepresa. Nel 1939 in Germania ne venne realizzato un remake, 'Verso l'amore', di Veit Harlan".

venerdì 27 maggio 2011

Il gabinetto del dottor Caligari - Robert Wiene (1920)

"Nella cittadina tedesca di Holstenwall intorno al 1830 il dottor Caligari esibisce in un baraccone da fiera il sonnambulo Cesare (mantenuto da anni in uno stato di «sonno cadaverico»), inconsapevole esecutore dei suoi delitti. Lo studente Franz scopre che Caligari è il direttore di un manicomio e lo smaschera..."

Titolo originale: Das Cabinet des Dr. Caligari
Soggetto e Sceneggiatura: Hans Janowitz, Carl Mayer
Fotografia (b/n): Willy Hameister
Scenografia: Walter Roehrig, Walter Reimann, Hermann Warm
Costumi: Walter Reimann
Musiche: Giuseppe Becce
Interpreti: Friedrich Fehér, Werner Krauss, Conrad Veidt, Lil Dagover, Hans Heinrich von Twardowski, Rudolf Lettinger, Rudolf Klein-Rogge (non accreditato), Hans Lanser-Rudolf (non accreditato), Henri Peters-Arnolds (non accreditato), Ludwig Rex (non accreditato), Elsa Wagner (non accreditato).
Produzione: Decla-Bioscop AG di Erich Pommer, Germania 1920

A proposito del film: "La sequenza finale, ambientata nel manicomio, sovverte radicalmente il racconto. Responsabile della scelta, per le scene (tutte dipinte) e i costumi, dei pittori Walter Reimann, Walter Rohrig e dell'architetto Hermann Warm e del regista Wiene (che sostituì Fritz Lang), il produttore Erich Pommer aggiunse il finale (e il prologo) alla sceneggiatura di Carl Mayer e Hans Janowitz. I due protestarono perché l'espediente contraddiceva le loro intenzioni satiriche contro l'autoritarismo prussiano che tendeva a trasformare gli uomini in automi. Un capolavoro che si risolve di continuo in strabilianti decodificazioni dell'immagine, tutte articolate su toni geometricamente deformanti, in obbedienza a un modello estetico che spiazza e affonda in modo permanente in un debordare scenografico cupo e ossessivo. Opera espressionistica per eccellenza, è probabilmente il primo film di autentico culto della storia del cinema."

venerdì 29 aprile 2011

Amityville 3D - Richard Fleischer (1983)

"Le presenze maligne che infestano la famosa casa di Long Island continuano a terrorizzare anche i nuovi incauti inquilini... tra i quali emerge la splendida Meg Ryan (Lisa). La casa costruita su un cimitero indiano viene abitata da un giornalista, famoso per aver smascherato molti imbroglioni che si fingevano medium, che non crede alle maledizioni. Pagherà anche la sua famiglia questa scelta..."

Titolo originale: Amityville 3-D
Soggetto e Sceneggiatura: William Wales
Fotografia: Fred Schuler
Montaggio: Frank J. Urioste
Musica: Howard Blake
Interpreti: Tony Roberts, Tess Harper, Robert Joy, Candy Clark, John Beal, Leora Dana, John Harkins, Lori Loughlin, Meg Ryan, Neill Barry, Peter Kowanko, Rikke Borge, Carlos Romano, Josefina Echánove, Jorge Zepeda, Raquel Pankowsky, Paco Pharrez
Produzione: Dino de Laurentis, USA 1983

A proposito del film: "I veri protagonisti del film sono proprio le presenze maligne rese ancora più incredibilmente terrificanti dalla bravura del regista Richard Fleischer, che ha raffinato la sua esperienza con i trucchi tridimensionali. Il film è noto anche coi titoli Amityville III - The Demon e Amityville: The Demon. Il numero di telefono dell'agenzia immobiliare di Amityville è 666-1818. Sebbene si svolga nella stessa casa, il film non è esattamente un sequel dei due film precedenti. Gli eventi dei primi due capitoli erano dati come 'reali'".

mercoledì 30 marzo 2011

I diabolici - Henri-Georges Clouzot (1954)

"La moglie e l'amante del direttore di un collegio per ragazzi si accordano per uccidere l'uomo, dispotico e arrogante. Lo affogano, ma poi, misteriosamente, il cadavere scompare, mentre intorno alle due donne si moltiplicano eventi davvero inspiegabili".

Titolo originale: Les diaboliques
Soggetto: dal romanzo "Celle qui n'était plus" di Pierre Boileau e Thomas Narcejac
Sceneggiatura: Henri-Georges Clouzot, Jerome Geromini, Rene Masson, Frederic Grendel
Fotografia (b/n): Armand Thirard
Montaggio: Madeleine Gug
Musica: Georges Van Parys
Interpreti: Simone Signoret, Véra Clouzot, Paul Meurisse, Charles Vanel, Jean Brochard, Pierre Larquey, Michel Serrault, Thérèse Dorny,Noël Roquevert, Yves-Marie Maurin, Georges Poujouly, Georges Chamarat, Jacques Varennes, Robert Dalban, Jean Lefebvre, Jacques Hilling
Produzione: Filmsonor, Vera films, FR 1954

A proposito del film: "Dominato da una suspence ininterrotta e da un intreccio narrativo che culmina con uno strordinario colpo di scena, si sviluppa così uno dei più celebri noir del primo dopoguerra francese. Il plot del film indubbiamente Hitchcockiano è manovrato da Clouzot con un vigore ed una lucidità da manuale. A contribuire al clima di tensione c'è la quasi totale assenza di musica nel film. Il film ha ricevuto il premio Louis-Delluc nel 1954, e il premio come miglior film straniero agli New York Film Critics Circle Awards nel 1955 e agli Edgar Allan Poe Awards nel 1956. Nel 1955 il National Board of Review of Motion Pictures l'ha inserito nella lista dei migliori film stranieri dell'anno".

martedì 29 marzo 2011

La guerra dei mondi - Byron Haskin (1953)

"In un piccolo centro della provincia americana cade dal cielo un grosso oggetto infuocato. Viene erroneamente scambiato per un meterorite; ben presto si scoprirà la sua vera natura: un missile marziano con all'interno astronavi aliene. In poco tempo cadono altri missili in varie parti della nazione e del mondo: è un'invasione totale. Gli extraterrestri conquistano le principali città, per gli uomini sembra non esserci nessuna speranza, ma improvvisamente..."

Titolo originale: The War of the Worlds
Soggetto: dal romanzo omonimo di H. G. Wells
Sceneggiatura: Barré Lyndon
Fotografia: George Barnes
Montaggio: Everett Douglas
Effetti speciali: Gordon Jennings, Wallace Kelley, Paul Lerpae, Ivyl Burts, Irmin Roberts, Jan Donela, Charles Gemora
Musica: Leith Stephens
Interpreti: Gene Barry, Les Tremayne, Ann Robinson, Robert Cornthwaite, Lewis Martin, Sandro Giglio, Ann Codee, Vernon Rich, Paul Birch, Jack Krushen, William Phipps, Walter Sande, Jameson Shade
Produzione: Paramount, USA 1953

A proposito del film: "Tratto dall'omonimo romanzo di H. G. Wells, è stato, ed è tuttora, uno dei film di fantascienza più famosi ed importanti della storia del cinema. Pietra miliare, assolutamente un classico che ha imposto al genere alcuni elementi fondamentali, divenuti quasi degli archetipi, come l'aspetto fisico degli alieni (opera di Charles Gemora, tecnico, truccatore e scultore), divenuto un modello, fonte d'ispirazione e punto di riferimento per tutta la cinematografia fantascientifica successiva che ha voluto dare forma agli extraterrestri. Girato nel 1952, in uno dei momenti più critici della Guerra fredda - gli Usa, infatti, sono impegnati nel conflitto coreano (1950/53) - la pellicola è la metafora cinematografica della contrapposizione ideologica tra i due "mondi": quello occidentale, rappresentato dagli Stati Uniti e quello Est Europa, rappresentato dall'Urss".

La donna del ritratto - Fritz Lang (1944)

"Uno psicologo esperto in criminologia (Robinson), la cui famiglia è in vacanza, si innamora di una donna misteriosa che ha visto in un ritratto esposto in una vetrina. Nella casa di lei uccide un uomo, cerca di nascondere il delitto, ma è vittima di un ricattatore, amico del morto. Decide di suicidarsi, ma, mentre attende la morte, si sveglia nella poltrona del suo Club e si accorge che il suo non era altro che..."

Titolo originale: The woman in the window
Soggetto: dal romanzo "Once off guard" di J. H. Wallis
Sceneggiatura: Nunnally Johnson
Fotografia (b/n): Milton R. Krasner
Musica: Arthur Lange
Interpreti: Edward G. Robinson, Joan Bennett, Raymond Massey, Dan Duryea, Arthur Loft
Produzione: International Picture-RKO, USA 1944

A proposito del film: "La dimensione onirica (espressamente  voluta dal regista) è descritta con una inconsueta dovizia di particolari ed è vissuta dal protagonista con la stessa intensità con cui è vissuto lo stato di veglia. Il film presenta strade buie e piovose, immagini deformate e riflesse in vetri o specchi, angolazioni virtuosistiche della macchina da presa. Lang fu criticato per il finale, ma spiegò che il film non doveva essere fatalistico e pessimistico e che, invece, doveva lasciare una sensazione viva di ambiguità e mistero. Il finale fu girato magistralmente con una inquadratura unica, grazie a dei vestiti che si staccavano e che potevano essere tolti a Robinson durante i pochi secondi che la macchina da presa era fissa sul suo primo piano".

lunedì 21 marzo 2011

Duello mortale - Fritz Lang (1941)

"Nel 1939 un abile cacciatore inglese di nobili origini, il capitano Alan Thorndike (Walter Pidgeon) ha l'occasione di uccidere Adolf Hitler, che si trova nella sua residenza sulle Alpi. Ma prima che possa sparare da un bosco vicino, viene catturato dai nazisti, torturato e condannato a morte. Riuscito fortuitamente a scappare, il capitano trova rifugio a Londra, aiutato prima da un bambino poi da una prostituta (Joan Bennett), cercando di sfuggire ad alcune spietate spie tedesche che lo vogliono uccidere".

Titolo originale: Man Hunt
Soggetto: dal romanzo "Rogue Male" di Geoffrey Household
Sceneggiatura: Dudley Nichols
Fotografia (b/n): Arthur C. Miller
Montaggio: Allen McNeil
Scenografia: Richard Day, Wiard Ihnen
Costumi: Travis Banton
Musica: Alfred Newman
Interpreti: Walter Pidgeon, Joan Bennett, George Sanders, John Carradine, Roddy McDowall, Ludwig Stossel
Produzione: 20th Century Fox, USA 1941

A proposito del film: "Uno dei migliori film americani di Lang, tratto dal romanzo "Rogue Male" di Geoffrey Household, in cui ritornano molti temi cari al regista, il sacrificio, la solitudine, la dedizione, inseriti in un thriller spionistico fortemente antinazista che si avvale di ottimi interpreti, da Pidgeon alla Bennett, passando per i 'cattivi' Carradine e Sanders".

mercoledì 16 marzo 2011

Amityville Horror - Stuart Rosenberg (1979)

"La casa coloniale sulla riva del fiume, a Long Island, sembra perfetta. Pittoresca, spaziosa e con un prezzo abbordabile, è esattamente ciò che George e Kathy Lutz stanno cercando. Ma le apparenze a volte ingannano... e la loro casa dei sogni improvvisamente diventa un incubo spaventoso: le pareti iniziano a trasudare sangue e forze diaboliche li perseguitano portandoli sull'orlo della pazzia. Adesso, con le loro vite e le loro anime in pericolo, i Lutz devono sfuggire il più velocemente possibile lontano dalla casa che hanno amato... o diventeranno preda del suo spaventoso potere!" 

Titolo originale: The Amityville Horror
Soggetto: dal romanzo omonimo di Jay Anson
Sceneggiatura: Sandor Stern
Fotografia: Fred J. Koenekamp
Montaggio: Robert Brown Jr.
Effetti speciali: Dell Rheaume
Scenografia: Kim Swados
Musica: Lalo Schifrin
Interpreti: James Brolin, Margot Kidder, Rod Steiger, Don Stroud, Murray Hamilton, John Larch, Natasha Ryan, K.C. Martel, Meeno Peluce, Michael Sacks, Helen Shaver, Amy Wright, Val Avery, Irene Dailey, Marc Vahanian, Elsa Raven, Ellen Saland, Eddie Barth
Produzione: AIP, USA 1979

A proposito del film: "Tratto dal libro omonimo di Jay Anson, il film non brilla certo per originalità o per le particolari soluzioni tecniche e visive che lo rendono degno di essere annoverato tra le opere che hanno fatto la storia del cinema fantastico. Eppure, grazie alla semplicità dello svolgimento, alla progressione lineare del racconto e, potremmo forse anche dire, alla riconoscibilità delle situazioni tipiche del genere, il film ha rappresentato uno dei successi della stagione 1979/80. Tanto da aprire la strada a diversi altri episodi".

sabato 26 febbraio 2011

Amityville II: The possession - Damiano Damiani (1982)

"La famiglia che abita la casa di Amityville non sa che tra quelle stanze si aggira perfido il Demonio, il quale, gradualmente, prende possesso dei corpi, spinge i giovani Sonny e Patricia, fratello e sorella, ad avere rapporti incestuosi tra loro e alla fine si diverte di fronte alla strage di tutta la famiglia. Salta fuori un esorcista, ma forse è troppo tardi..."

Titolo originale: Amityville II: The Possession
Soggetto: Hans Holzer
Sceneggiatura: Tommy Lee Wallace, Dardano Sacchetti
Fotografia: Franco Di Giacomo
Montaggio: Sam O'Steen
Musica: Lalo Schifrin
Interpreti: James Olson, Burt Young, Rutanya Alda, Jack Magner, Andrew Prine, Diane Franklin, Moses Gunn, Ted Ross, Erika Katz, Brent Katz, Leonardo Cimino, Petra Lea, Alan Dellay, Martin Donegan, John Ring, Lawrence Bolen.
Produzione: Dino De Laurentis, USA 1982
   
A proposito del film: "Tra rubinetti che versano sangue e un giovane indemoniato che concupisce la sorella, Amitivylle II racconta l'antefatto del film capostipite: 'Amityville Horror' del 1979 di Stuart Rosenberg".

Halloween III: Il signore della notte - Tommy Lee Wallace (1982)

"Cornal Cochran, un ricco industriale, è proprietario della Silver Shamrock, una fabbrica di giocattoli dall'aspetto sinistro ed inquietante. Cornal ha immesso in commercio un terzetto di terrificanti maschere di Halloween che hanno riscosso un immenso successo presso gli adolescenti. Però c'è qualcosa di sinistro che si cela tra le inviolabili mura del complesso industriale ed alcune persone sono convinte che Cochran abbia in realtà in mente un piano diabolico. Infatti la rassicurante aria manageriale dell'uomo nasconde in realtà un terribile segreto".

Titolo originale: Halloween III: Season of the Witch
Soggetto: Tommy Lee Wallace
Sceneggiatura: Tommy Lee Wallace, Nigel Kneale
Fotografia: Dean Cundey
Montaggio: Millie Moore
Effetti speciali: Jon G. Belyeu, William Aldridge
Scenografia: Peter Jamison
Costumi: Frances Vega Aubrey
Musica: John Carpenter, Alan Howarth
Interpreti: Tom Atkins, Stacey Nelkin, Dan O'Herlihy, Michael Currie, Ralph Strait, Jadeen Barbor, Brad Schacter, Garn Stephens, Nancy Kyes, Jonathan Terry, Al Berry, Wendy Wessberg, Essex Smith, Maidie Norman, John MacBride
Produzione: Universal Pictures, USA 1982

A proposito del film: "Il film è l’unico della serie in cui non compare il serial killer Michael Myers, che poi tornerà dal quarto capitolo in poi a seminare morte con un ritorno al genere slasher. Quando seppero che stava per essere creato un nuovo capitolo della saga di 'Halloween' John Carpenter e Debra Hill, gli sceneggiatori dell'originale, si mostrarono riluttanti. Secondo la rivista Fangoria, Carpenter e Hill accettarono di partecipare al nuovo progetto solo se questo non fosse stato la diretta continuazione di 'Halloween II: il signore della morte', cioè senza la presenza di Michael Myers. Irwin Yablans e Moustapha Akkad, che avevano prodotto i primi due film, filmarono Halloween III con un budget di 2.5 milioni di dollari".

giovedì 24 febbraio 2011

Luci della ribalta - Charlie Chaplin (1952)

"La vicenda si svolge a Londra, alle soglie della Grande Guerra. Narra l'incontro tra un vecchio clown alcolizzato e una giovane ballerina, reduce da un tentativo di suicidio. L'amicizia e l'affetto che nascono tra i due, aiutano la ragazza a ritrovare la fiducia in se stessa e nella sua arte..."

Titolo originale: Limelight
Soggetto e sceneggiatura: Charlie Chaplin
Fotografia: Karl Struss
Montaggio: Joseph Engel
Scenografia: Eugene Lourié
Costumi: Riley Thorne
Musica: Charlie Chaplin
Interpreti: Charlie Chaplin, Claire Bloom, Nigel Bruce, Buster Keaton, Sydney Chaplin, Marjorie Bennett, Wheeler Dryden, Leonard Mudie, Julian Ludwing, Norman Lloyd, Stapleton Kent, Mollie Clessing, Barry Bernard, Loyal Underwood, Andre Eglevsky, Melissa Hayden, Jack Deery.
Produzione: United Artist, USA 1952

A proposito del film: "Chaplin decise di aiutare il suo collega/rivale Buster Keaton, che era stato tra le "vittime" dell'avvento del sonoro, e gli affidò una parte nel film. Il duetto musicale tra i due alla fine del film è rimasto nella storia del cinema ed è l'unica volta che i due grandi del muto appaiono assieme sullo schermo. A causa dei problemi col Maccartismo il film rimase inedito negli Stati Uniti fino al 1972 e lo stesso anno vinse un Oscar per la miglior colonna sonora. Fu il primo caso di Oscar retroattivo".

domenica 6 febbraio 2011

M - Il mostro di Dusseldorf - Fritz Lang (1931)

"Nel 1931 Fritz Lang gira "M - Il mostro di Dusseldorf", in cui un ignoto assassino (con il volto indimenticabile di Peter Lorre) uccide numerose bambine senza lasciare alcuna traccia. Nella città viene allora organizzata una fitta rete di ricerche a cui partecipano anche i mendicanti e i criminali. Così si scopre il primo indizio: l'assassino quando avvicina le vittime fischietta un macabro motivo, tratto dal "Peer Gynt" di Grieg. Presto il mostro viene individuato da un venditore di palloncini che riesce con un gesso a segnargli sulle spalle una grande "M" (che sta per "Morder", assassino)".

Titolo originale: M - Eine stadt sucht einen morder
Soggetto e sceneggiatura: Fritz Lang, Thea van Harbou
Fotografia (b/n): Fritz Arno Wagner, Gustav Rathje
Montaggio: Paul Falkenberg
Scenografia e costumi: Emil Hasler, Karl Vollbrecht
Musica: Edvard Grieg (brani da "Peer Gynt")
Interpreti: Peter Lorre, Ellen Widmann, Inge Landgut, Gustaf Grundgens, Otto Wernicke, Theo Lingen
Produzione: Seymour Nebenzahl per Nero-Film AG, Germania 1931

A proposito del film: "M - Il mostro di Dusseldorf è uno dei primi film parlati di Lang in cui si fondono le tecniche altamente espressive del cinema muto con la stupefacente modernità di un sonoro capace di raggelare. Ispirato a una vicenda reale, Lang riprende i suoi temi preferiti, come il contrasto tra giustizia ufficiale e giustizia privata, ed esalta gli effetti fotografici e quelli sonori, realizzando l'antesignano dei film sui "serial-killer", divenuti negli ultimi anni un vero e proprio genere".

venerdì 4 febbraio 2011

Metropolis - Fritz Lang (1927)

"In una disumana e gigantesca metropoli-fabbrica, gli operai divenuti schiavi dei padroni vogliono organizzare la rivolta. Una giovane donna, Maria, intende dissuaderli dal proposito perché è certa che se i suoi compagni si ribelleranno, verranno inevitabilmente massacrati... Rotwang, uno scienziato mosso da spirito profondamente nichilista e destabilizzatore, costruisce allora un automa, somigliante a Maria, per spingere il popolo alla rivolta".

Titolo originale: Metropolis
Soggetto e sceneggiatura: Fritz Lang, Thea von Harbou
Fotografia (b/n): Karl Freund, Gunther Rittau
Effetti speciali: Ernst Kunstmann
Scenografia: Otto Hunte, Erich Kettelhut, Karl Volibrecht
Costumi: Aenne Willkomm
Musica: Gottfried Huppertz
Interpreti: Alfred Abel, Gustav Frohlich, Brigitte Helm, Rudolf Klein-Rogge, Fritz Rasp, Theodor Loos, Erwin Biswanger Heinrich George
Produzione: UFA, Germania 1927

A proposito del film: "Il film si pone come opera di vertice perché Lang 'osa l'inosabile' nel campo della catarsi visionaria, e della suggestione immaginifica. Lang gioca tutto su una qualità ineguagliabile nel concertare il rapporto scenico-visivi tra massa e ambiente, descrivendo la mostruosa e tentacolare metropoli col tono magniloquente ed ispirato di quel grandioso 'organizzatore' di immagini che era".

venerdì 28 gennaio 2011

Destino - Fritz Lang (1921)

"Ambientato intorno al 1830, il primo grande successo internazionale di Fritz Lang vede come protagonista una giovane donna (Lil Dagover) che cerca di convincere la Morte (Bernhard Goetzke) a non portare via l'uomo che ama (Walter Janssen). La possibilità le viene concessa, ma a patto che riesca a salvare tre vite, simboleggiate da tre mozziconi di candela prossimi allo spegnimento, in tre epoche diverse, la Bagdad delle 'Mille e una notte', la Venezia del Rinascimento e una magica e antica Cina".

Titolo originale: Der Mude tod
Soggetto e sceneggiatura: Fritz Lang, Thea von Harbou
Fotografia (b/n): Erich Nitzschmann, Fritz Arno Wagner, Hermann Saalfrank
Montaggio: Fritz Lang
Scenografia: Hermann Warm, Robert Herlth, Walter Rohrig
Costumi: Heinrich Umlauff
Interpreti: Lil Dagover, Walter Janssen, Rudolph Klein-Rogge, Bernhard Goetzke, Georg John
Produzione: Decla Bioscop, Germania 1921

A proposito del film: "Noto anche, dal titolo francese, come 'Le tre luci'. 'Der Mude tod' (La Morte stanca) vede la collaborazione di Lang con Thea von Harbou e precede 'Il dottor Mabuse'. Tra riferimenti pittorici (Durer, Rembrandt...) e teatrali (Max Reinhardt), il regista tedesco realizza un film di puro stampo espressionista, capace di rivaleggiare all'estero con il quasi contemporaneo 'Caligari' quanto a popolarità, che utilizza trucchi presto ripresi da Hollywood, ad esempio da Douglas Fairbanks ne 'Il ladro di Bagdad', e che rimanda al fulcro del cinema di Lang, la lotta degli uomini contro il destino, ma anche, per i temi trattati e per come viene tratteggiata la figura della Morte, a 'Intolerance' di Griffith e a 'Pagine dal libro di Satana' di Dreyer".

giovedì 27 gennaio 2011

Tempi moderni - Charlie Chaplin (1936)

"Charlot, operaio in un grande complesso industriale, estenuato dal ritmo frenetico di lavoro, perde la ragione. Ricoverato in una casa di cura, dimesso qualche tempo dopo incontra una ragazza povera e insieme occupano una vecchia baracca cadente. Ma anche da lì sono costretti a fuggire, dopo un breve periodo di tranquillità. La ragazza trova lavoro in un cabaret, dove Charlot fa il cameriere ma, poiché essa è ricercata dalla polizia, sono costretti ad andarsene e si ritrovano, all'alba, sulla strada..."

Titolo originale: Modern times
Soggetto e sceneggiatura: Charlie Chaplin
Fotografia (b/n): Ira H. Morgan, Roland Totheroh
Montaggio: Charlie Chaplin
Scenografia: Charles D. Hall, Russel Spencer
Musica: Charlie Chaplin
Interpreti: Charlie Chaplin, Paulette Goddard, Henry Bergman, Chester Conklin, Allan Garcia, Tiny Sandford, Hank Mann, Stanley Blistone
Produzione: Chaplin - United Artists, USA 1936

A proposito del film: "Anche se arricchito con rumori e qualche canzone, il racconto è ancora legato alla tecnica del film muto. Chaplin mette in scena situazioni e trovate passate alla storia: la macchina per mangiare in fretta, solidarizzando con gli oppressi e gli sfruttati, contro il capitalismo occidentale e lo stakanovismo sovietico".

mercoledì 19 gennaio 2011

Il grande dittatore - Charlie Chaplin (1940)

"Un barbiere ebreo, che in seguito a ferite riportate nella I Guerra Mondiale aveva perso la memoria, dopo molti anni in ospedale ritorna nella sua città e riapre il negozio. In quel periodo, il dittatore che governa il Paese ha iniziato a perseguitare gli ebrei..."

Titolo originale: The great dictator
Soggetto e sceneggiatura: Charlie Chaplin
Fotografia (b/n): Roland Totheroh e Karl Struss
Montaggio: Willard Nico
Scenografia: J. Russel Spencer
Musica: Charlie Chaplin
Interpreti: Charlie Chaplin, Paulette Goddard, Jack Oakie, Reginald Gardiner, Henry Daniell, Billy Gilbert, Grace Hayle, Carte Die Haven, Emma Dunn, Maurice Moskovitch, Bernard Gorcey, Paul Weigel
Produzione: United Artist, USA 1940

A proposito del film: "Abbiamo i mezzi per spaziare ma ci siamo chiusi in noi stessi [...] Pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità". (cit.)

domenica 16 gennaio 2011

Il monello - Charlie Chaplin (1921)

"Una ragazza sedotta e tradita esce da un istituto di carità, dove ha messo al mondo un figlio. Decide di abbandonarlo, ma vorrebbe che il bimbo avesse un avvenire sicuro e felice: dopo molte esitazioni lo lascia all'interno di un'automobile di lusso. Due ladri..."

Titolo originale: The kind
Soggetto e sceneggiatura: Charlie Chaplin
Fotografia (b/n): Roland Totheroh
Montaggio: Charlie Chaplin
Scenografia: Charles D. Hall
Musica: Charlie Chaplin
Interpreti: Charlie Chaplin, Edna Purviance, Jackie Coogan, Tom Wilson, Henry Bergman, Charles Riesner, Lillita McMurray
Produzione: Chaplin-First National, USA 1921

A proposito del film: "Ho sempre preferito Lander a Chaplin, solo che Lander non ha mai fatto un capolavoro come Il monello, il ritmo dell'inseguimento del monello è superbo". (da Inglourious Basterds)

sabato 15 gennaio 2011

Psycho - Alfred Hitchcock (1960)

"Un furto, una donna in fuga per raggiungere l'uomo che ama, un solitario e lugubre motel sperso nella tranquilla provincia americana, una mente sconvolta dalla follia, il destino in agguato. Oltre che un thriller diventato subito un capolavoro, questo film è un agghiacciante viaggio nei meandri della psiche umana, dove nessun confine può separare l'immaginazione della realtà."

Titolo originale: Psycho
Soggetto: dal romanzo omonimo di Robert Bloch
Sceneggiatura: Joseph Stefano
Fotografia (b/n): John L. Russel 
Montaggio: George Tomasini
Scenografia: Robert Clatworthy, Joseph Hurley, George Milo
Musica: Bernard Herrmann
Interpreti: Anthony Perkins, Janet Leigh, Vera Miles, Martin Balsam, John Gavin, John Mcintire, Frank Albertson, Lurene Tuttle
Produzione: Alfred Hitchcock per la Paramount, USA 1960

A proposito del film: La mia più grande soddisfazione è che il film ha avuto un effetto sul pubblico. Ed era la cosa alla quale tenevo di più [...] Quello che ha commosso il pubblico è stato il film puro. (A. Hitchcock)